Un po' di storia

Sino alla fine del XVIII sec. i complessi campanari della Liguria sono costituiti prevalentemente da 3 campane (grossa, mezzana, piccola), fanno eccezione le parrocchie più importanti e le Cattedrali in cui si riscontra la tendenza ad aumentarle.

L'inceppamento delle campane usato in Liguria è quello "a mezzo-ambrosiano", con ceppo in legno movimentato per mezzo della stanga o aspetta a corda. Con la fine del secolo XIX, l'introduzione di ceppi in ghisa, tipici del suono "ambrosiano" utilizzato in Lombardia, cambia per sempre il sistema originale di inceppatura, rallentandone la rotazione. I ceppi in ghisa liguri restano comunque più veloci dei corrispettivi ambrosiani, e meno di quelli adottati dal sistema a suono veronese.

Ma se in tutto il Nord Italia è proprio il suono a distesa a essere quello più importante e custodito dai campanari in una miriade di varianti e sistemi, in Liguria le cose evolvono diversamente.

In Liguria infatti il suono a distesa infatti annuncia la preghiera quotidiana con una campana a distesa per l'Angelus (la c.d. "Ave Maria" tre volte al giorno), e la messa, o con più campane a distesa per i funerali. Anche i rintocchi a campane ferme svolgono un'importante funzione quotidiana, richiamando alla recita del de profundis ogni sera, del pater del venerdì, o come ulteriore richiamo alla messa.

Ciò che diviene peculiare del sistema ligure è l'esecuzione di veri e propri motivi musicali in occasioni festive o solenni. Questo repertorio, comprendente brani per campane, inni religiosi, brani patriottici o ballabili, fino agli anni '50 del XX secolo è eseguito con il metodo “a cordette”, dato che il numero dei bronzi è mediamente di 5 o 6.

Nel Genovesato e nel Levante dagli anni ’60 in poi si assiste all'aumento del numero delle campane e alla nascita dei primi concerti numerosi, arrivando a ben 12 campane. Ciò favorisce la diffusione del nuovo metodo "a tastiera", che si diffonde diventando poi prevalente, seppur rimangano campanari che ancora suonano con l'antica tecnica a cordette; tecnica che nel Ponente invece rimane ancora la principale, vista la media dei concerti a 3, massimo 5 campane.

Nello stesso periodo inizia anche l’elettrificazione della maggior parte dei concerti e, purtroppo, non sempre con raziocinio: tradizioni e i modi di suonare locali, condivsi e compresi da tutti per secoli, sono alterati e, con la morte di molti campanari, perduti, sostituiti da suonate talvolta assurde, frutto del disinteresse o dell'incompetenza di pochi a scapito di molti.

Questa storia ha però un lieto fine: nei decenni successivi si assiste a un'inversione di tendenza, i campanari aumentano di nuovo, e negli anni 90 del XX secolo un gruppo di amici campanari nel Levante concepisce l'idea di creare un ente che promuova e salvaguardi quest'antica arte ligure: nasce l'Associazione Campanari Liguri! Nel 2005 l'Associazione si organizza legalmente, nel 2006 organizza il primo Raduno Nazionale di suonatori di campane in Liguria (a Chiavari) con centinaia di partecipanti da tutta Italia e nel 2010 realizza il primo doppio CD di musiche per campane: l'arte campanaria sbarca nel XXI secolo!

 

1929: S. Pietro di Sturla (Carasco - Genova), inaugurazione del nuovo concerto di 5 campane